Hitman: Agent 47 – La recensione di Blogo
Il letale killer geneticamente potenziato Agente 47 torna sul grande schermo in versione reboot, ma anche stavolta qualcosa non funziona.
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Il filone degli adattamenti basati su videogames sembra proprio non avere fortuna e non solo al box-office, tranne che per la saga di Resident Evil che sembra aver trovato la formula giusta per attirare videogiocatori incalliti e patiti dei film d’azione. Dopo un primo tentativo neanche tanto malriuscito ad opera del talentuoso regista francese Xavier Gens, il celebre videogame action in terza persona Hitman torna alla carica in una modaiola versione reboot e con un protagonista nuovo di zecca in un’operazione che ricorda molto quella del recente The Transporter Legacy.
Hitman: Agent 47 è incentrato su un killer d’elite (Rupert Friend) che è stato geneticamente concepito per essere la perfetta macchina per uccidere, ed è conosciuto solo dalle ultime due cifre del codice a barre che porta tatuato sulla nuca. “47” è il culmine di decenni di ricerca, un clone dei precedenti 46 agenti dotato di forza, velocità, resistenza e intelligenza che sfiorano il sovrumano. Il suo ultimo obiettivo è una mega-corporation intenzionata ad appropriarsi del segreto che si cela nel passato di “47” per creare un esercito di assassini le cui capacità raggiungerebbero livelli terrificanti. Alleatosi con una giovane donna “47” affronta incredibili rivelazioni sulle proprie origini mentre si prepara ad un’epica battaglia con il suo mortale nemico.
La prima apparizione dell’Agente 47 sul grande schermo risale al 2007 nel live-action Hitman – L’assassino diretto dallo Xavier Gans dell’horror francese Frontiers – Ai confini dell’inferno. Il film vedeva protagonista nei panni di “47” l’attore Timothy Olyphant (all’epoca rimpiazzo di Vin Diesel) che a dispetto di una messinscena di buon appeal non riusciva ad incarnare a dovere il personaggio dei videogames, stesso problema che purtroppo abbiamo riscontrato anche in questo reboot Hitman: Agent 47 e nell’attore protagonista Rupert Friend, tanto per capirci i realizzatori non hanno compreso per nulla il detto “sbagliando s’impara”.
Non riusciamo a capire cosa possa aver spinto i realizzatori a scegliere Rupert Friend come nuova incarnazione dell’Agente 47, forse la stessa che li ha visti in precedenza designare al ruolo il compianto Paul Walker prima della sua tragica scomparsa, attore che sarebbe stato poco credibile nel ruolo quanto Friend, ma davvero si può pensare che rasarsi la testa e indossare un completo nero con cravatta rossa basti ad incarnare un super-killer come quello del videogame originale? E’ come provare a far interpretare Terminator a Chris Evans. Il bravo Rupert Friend che ha senza dubbio lasciato il segno con il ruolo dell’agente della CIA Peter Quinn nella serie tv Homeland – Caccia alla spia non ha la fisicità ne il carisma necessari per il ruolo, tanto che nel rutilante finale la sua co-protagonista femminile, la bella e talentuosa Hannah Ware, sfodera carisma e intensità che sovrastano il volenteroso, ma ripetiamo inadeguato collega che sembra ad ogni inquadratura, corpo a corpo e sparatoria sempre più fuori parte.
Purtroppo Hitman: Agent 47 non pecca solo per un protagonista non adatto, ma anche per una trama intricata e pretenziosa che esula da quello a cui Hitman doveva puntare, cioè un action duro e puro in stile anni ’80; invece il regista tedesco Aleksander Bach forse galvanizzato da un esordio di alto profilo fa il grosso errore di centellinare oltremodo le sequenze action, abusare di inserti in CG nelle sequenze di stunt e dilungarsi in inquadrature inutilmente ricercate incartandosi in una storia che vorrebbe ispirarsi a The Bourne Identity ma che finisce per essere una brutta copia di Terminator 2 (indovinate chi è il T-1000?).
Questo ennesimo scivolone per il franchise che negli States ha floppato incassando 22 milioni di dollari a fronte di un budget di 35 (81 i milioni incassati a livello globale) potrebbe far desistere definitivamente i produttori dal ritentare un ulteriore rilancio di Hitman sul grande schermo. Comprendiamo che non è semplice trovare l’attore giusto per il ruolo, lo stesso problema in cui si incorrerebbe cercando ad esempio un’incarnazione live-action del Kratos di God of War, ma se questi sono i risultati è meglio che Hitman resti materia prima da videogame come sarebbe stato meglio per altri adattamenti vedi il pessimo Tekken, l’inguardabile spin-off Street Fighter: The Legend of Chun-Li (anche in quel caso protagonista totalmente inadeguata) e dulcis in fundo il terribile Ballistic con Antonio Banderas e Lucy Liu che molti avranno sicuramente rimosso.
[rating title=”voto di Pietro” value=”4.5″ layout=”left”]
Hitman – Agent 47 (azione – fantascienza / USA 2015). Un film di Aleksander Bach con Rupert Friend, Zachary Quinto, Hannah Ware, Ciarán Hinds, Thomas Kretschmann, Emilio Rivera, Dan Bakkedahl, Mona Pirzad, Rolf Kanies, Michaela Caspar, Angela Baby, Jerry Hoffmann. Al cinema dal 29 ottobre 2015.